vie classiche

Nel 1789 un geologo di nome Déodat de Dolomieu, in viaggio in questa regione, scoprì la specificità di questa catena montuosa. Dolomieu morirà nel 1801, dopo aver scritto                      “Philosophie mineralogique”. La costanza del suo lavoro scientifico verrà celebrata nell’attribuzione stessa del suo nome a quelle stupende montagne cui lui aveva “regalato” un’identità del tutto personale. Montagne uniche, per quell’atomo di calcio scambiato con uno di magnesio nella loro composizione chimica, le Dolomiti costituiscono un capitolo a parte anche nella genesi della catena alpina. Le strutture imponenti di queste montagne si formarono tutte in pochi metri di acqua. Grandi colonie di alghe fissavano e trattenevano il detrito carbonatico prodotto dalle alghe e dalla frantumazione dei gusci calcarei dei molluschi e di altri vertebrati. I sedimenti si consolidavano mentre il fondo marino spesso profondava lentamente. Questa tranquilla genesi sottomarina è andata via via complicandosi per successivi fenomeni di intrusione vulcanica. Insieme ai depositi calcarei si formavano vere e proprie scogliere di corallo e varie specie marine andavano ad inglobarsi nelle rocce consentendo oggi agli scienziati di leggere il passato delle Dolomiti come un libro. Sarà il riavvicinarsi della zolla africana a quella europea che solleverà questo arcipelago marino (così come il resto delle Alpi) verso l’altro rimescolandolo e piegandolo. Insomma la nostra fortuna, altrimenti ci toccava fare scuba diving😉 …                                                                                                                                                               Su queste incredibili montagne ora sono disegnati molteplici itinerari aperti da pionieri dell’alpinismo, dai nobili inglesi e tedeschi assieme alle loro guide locali a famosi alpinisti più recenti. Vie facili o più difficili, corte o lunghe, sportive o classiche. Le Dolomiti sono veramente un immenso parco giochi per climber e aspiranti climber. Pane per i denti di tutti insomma, anche per i neofiti che non hanno mai provato il verticale. Vari itinerari semplici e sicuri alle 5 Torri, alle Torri del Sella o al Falzarego permettono l’avvicinamento a questa disciplina in maniera graduale per poi avanzare e salire di livello: Spigolo Piaz alla Torre del Vajolet Delago, Steger alla Prima Torre del Sella, Spigolo del Pollice del Sassolungo, Spigolo del Sass de Stria, Primo Spigolo della Tofana, Steger a Punta Emma, Schubert o Micheluzzi al Ciavazes, Tommason alla Sud della Marmolada, Miriam in Cinque Torri.